Opificio Telecom, Roma; quartier generale di Dynamis Teatro, almeno per oggi,
giovedì 24 aprile, quarta giornata del Festival
Teatri di Vetro.
Andrea De Magistris,
fondatore e direttore artistico di Dynamis Teatro, è regista e coordinatore di
quella che sembra essere una spedizione investigativa: AcrossLightblack°, squadre di adolescenti in giro per le strade
di quattro grandi città, Milano, Ravenna, Roma e Napoli, chiamate ad
intrufolarsi, leggere, nelle vite dei passanti con il tono scanzonato tipico
dei sedici anni. Sembrano fidi collaboratori di un grande e potente
oracolo che si insinuano nel tran tran
di traffico, palazzi e frenesia per
cogliere un barlume di colore, una piccola confessione strappata, un’emozione.
Ad interagire con loro c’è Andrea De Magistris e la sua brigata multimediale:
tutto è interattivo, tutto è connesso, tutto è qui ed ora; proiettati sui
pannelli di fondo scorrono le immagini degli improbabili intervistati vittime
degli eccentrici intervistatori e le
loro relative risposte. Domande
semplici, quelle a cui è più difficilie dare una risposta che possa essere
contenuta nei pochi caratteri di un report text: qual’ è il tuo oggetto di
felicità? La tua vità privata è privata di cosa? Qual è l’azione costantemente
ripetuta nelle tue giornate?
Buona ed evocativa la scelta musicale che ricade su La vedova bianca degli Afterhours; forse
un po’ didascalica ma completamente in linea con la performance l’opzione Battiato Shock in my town.
Una maratoneta corre
una statica e sfiancante marcia di quarantadue minuti; parla con voce
meccanica, sembra il risponditore automatico di un ente pubblico. Alla sua
sinistra una lavagna su cui è scritto il manifesto di una guerra civile che
rifiuta le convenzioni, gli imbrigliamenti, le differenze, l’isolamento; niente
di avanguardistico ma sicuramente qualcosa che è in linea con lo spirito del
Festival, con il motto io non ho paura,
con le parole di Roberta Nicolai che
auspica all’indagine a tutto campo, alla commistione di arti, mezzi e saperi,
ad una visione totale e totalizzante del contemporaneo.
Il ritmo è costante, la giostra costruita per l’occasione è
un meccanismo perfetto ed il messaggio è forte e chiaro: bisogna esserci.
Affinchè tutto non scivoli via bisogna condividere, mostrare, fotografare,
scrivere, pubblicare, raccontare; tutto compresso, sintetizzato all’interno di
ingranaggi che corrono velocissimi, mai utilizzando più di centoventi
caratteri, per carità. Ė una prospettiva sicuramente vera ma altrettanto
sicuramente allarmante: se non sei social,
di fatto non esisti. Aberrante. Terrificante. Contemporaneo.
La frotta di
adolescenti-intervistatori irrompe nella sala, ostentando tute bianche imbrattate di messaggi ed
epitaffi più o meno superficiali e noi, pubblico diligente, dobbiamo leggere
perché la contraddizione irrisolta trova in questo preciso snodo la sua sede:
per combattere l’uso-abuso del social è necessario stay tuned. Anche di
riflesso, anche passivamente, non è importante.
Non c’è
dignità senza visibilità; di contro, se la visibilità genera quel tipo di
dignità, tanto meglio essere invisibili. Dynamis Teatro mette in circolo questa
spirale concettuale giocando a manipolare l’ormai stanca ed abusata dicotomia essere-apparire; sempre attuale, sempre
feconda, sempre la stessa.
Urgenza, si,
senza dubbio. Di passare oltre.
Pamela Del Grosso
Opificio Telecom, Roma
Festival Teatri di Vetro edizione 2013
26 aprile 2013
Pamela Del Grosso
Opificio Telecom, Roma
Festival Teatri di Vetro edizione 2013
26 aprile 2013
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