Finchè morte non ci separi
Sul talloncino che ricevo all’entrata, leggo i dati di una donna salita
agli onori della cronaca per essere stata uccisa. Febbraio 2013, Livorno. Bruna
Porazzini, 75 anni.
Il Teatro Valle Occupato,
la sera dello scorso, freddissimo, lunedì 25 novembre, non distribuiva
biglietti d’ingresso, bensì piccoli epitaffi di donne morte ammazzate. Storie
tutte uguali: medesima follia, medesimo triste epilogo.
Dal testo di Olivieri, nelle parole della Scattini, due storie
racchiudono il senso della serata: Federica Mellori, donna semplice di
provincia, sgozzata dal proprio principe
azzurro; Ipazia Fiorentini, donna in carriera, femmina trucidata da un
colpo di pistola in testa per mano del proprio amorevole compagno.
Entrambe le storie sono ricche di dettagli, una scrittura a tratti
tragicomica che l’attrice toscana, illuminata da un occhio di bue quasi al limitare
del boccascena, legge e interpreta incarnando tutte le sfumature dei fatti
narrati, da quelle più tenui a quelle più profondamente nere che sfociano nel
buio irreversibile di un funerale. Sempre uguale, sempre lo stesso: madri che
piangono calde lacrime disperate, un po’ per le figlie scomparse, un po’ per se
stesse, loro che per prime sono state donne abusate non in grado di mettere in
guardia la propria prole; figli, spesso piccoli, che non si rendono conto della
separazione a cui non c’è ritorno; amici e parenti tutti, ognuno stretto nel
proprio dignitoso dolore, ognuno, in fondo, un po’ responsabile, un po’
complice.
Teatro Valle Occupato
Testo e regia: Francesco
OlivieriInterpretato da: Monica Scattini
Accompagnamento musicale: Julia Kent
Con la partecipazione delle: Gocce di Arte
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